Un palazzo fiorentino esclusivo per sontuosità ed eleganza dell’architettura, dei decori e degli arredi.
Hai valide ragioni per scegliere Palazzo Ximènes-Panciatichi come location per il Tuo prossimo evento a Firenze:
È un Palazzo storico fiorentino con un’importante eredità culturale, appena restaurato dalla proprietà e situato in un’area facilmente accessibile a pochi passi dal centro di Firenze. Ambienti esclusivi per sontuosità ed eleganza dell’architettura, dei decori e degli arredi. Disponibilità del salone da ballo da 200 mq di superficie e delle sale ad esso adiacenti al piano nobile, di un cortile interno, di una limonaia e di un giardino, per creare modularità di spazi e assolvere a bisogni specifici.
La sua capienza è di 210 persone sedute e oltre 350 in piedi al solo piano nobile e molte di più ancora con l’aggiunta del cortile e del giardino. Disponibilità di tutti i servizi e dotazioni di sicurezza perfettamente a norma, tra cui l’aria condizionata in tutti i locali ed un circuito separato per il personale di servizio, comprensivo di una cucina ampia e completamente attrezzata, al fine di facilitare la logistica e le operazioni di catering. Estesa rete di alleanze (non in esclusiva) con fornitori di un’ampia gamma di servizi, a partire dal catering e dalla logistica dei partecipanti fino all’allestimento degli ambienti, per il pieno successo del Tuo evento.
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Il busto di Napoleone Bonaparte, omaggio per il suo soggiorno a fine giugno 1796
Oltre 500 anni di storia piena di eventi!
Il palazzo fu restaurato nella seconda metà del secolo XIX a cura di Marianna Panciatichi, l’ultima di questa famiglia, sposata con Alessandro Anafesto Paolucci delle Roncole, donna colta e studiosa di scienze naturali, alla quale si deve l’attuale giardino.
Estintisi i Panciatichi con la morte di Marianna, pochi anni dopo, sempre per mancanza di eredi maschi e quindi per linea femminile, il palazzo passò prima ai Rabitti-San Giorgio, poi da questi alla famiglia padovana degli Arrigoni Degli Oddi, l’ultima dei quali, Oddina, andò sposa a Francesco Ruffo di Calabria, principe di Scilla, e successivamente alla figlia e attuale proprietaria, Isabella Fabrizia Ruffo di Calabria Becherucci.
Il palazzo soffrì gravi danni durante l’alluvione dell’Arno del 4 novembre 1966, che provocò la distruzione di tutti gli arredi laccati veneziani che adornavano il piano terreno.
Nel corso del 2001/2002, in occasione di un matrimonio di famiglia, e successivamente nel triennio 2005/2007, tutto il piano nobile del palazzo, compreso lo scalone di onore, è stato oggetto di un attento lavoro di restauro, che ha permesso il ritorno del salone da ballo centrale (200 mq x 11 m di altezza), e di tutte le sale adiacenti, al loro primitivo splendore, ritrovando stucchi, decorazioni e colori settecenteschi. La struttura è impreziosita da arazzi con stemmi, quadri e busti antichi, mobili di valore e da lampadari e applique settecenteschi autentici.
Il piano è stato diviso in due parti, ciascuna con un proprio ingresso separato: il salone, con lo scalone di onore e le quattro sale adiacenti, e il rimanente delle stanze, formanti un appartamento a sé stante, dove è andata ad abitare la famiglia della proprietaria.
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